“LaCapagira conquista Berlino a http://cialisvsviagracomparison.com/ suon di dialetto.” Così titolava Fabio Ferzetti su Il Messaggero, il 12 febbraio del 2000.
L’inaugurazione della rassegna Kinodromo “Cinema degli esordi” non poteva essere migliore.
Alessandro Piva, nel 1999, realizza quello che oramai è considerato un cult, girato in super 16, con un budget ridottissimo, interpretato da attori comici (tutti baresi) noti al pubblico regionale dei teatri e delle tv locali, diffuso poi – anche nella versione nazionale – con sottotitoli, poiché girato in dialetto stretto barese. Senza alcun finanziamento statale, raggiunge un successo clamoroso nelle sale pugliesi (in particolare quelle di Bari e di Foggia) dei centri cittadini, come delle periferie. Se, come affermerà Alessandro Piva, “fare un cinema regionale è una deliberata provocazione”, ai più poteva apparire clamoroso che un film indipendente con le caratteristiche suddette potesse essere presentato con successo alla Berlinale. Sarà questo evento internazionale che, paradossalmente, gli aprirà la strada verso una tardiva distribuzione italiana. Piva vincerà così il Nastro d’Argento e il David di Donatello, in entrambi i casi, come miglior regista esordiente.
LaCapagira è una commedia nera che narra di un gruppo di malavitosi che, in maniera diversa, sono all’inseguimento di un pacchetto di cocaina smarrito, proveniente dall’Albania e giunto in Puglia insieme a uno sbarco di clandestini. Il boss locale Carrarmato incarica di recuperare la droga Minuicchio e Pasquale. Alternativamente seguiamo le scorribande della singolare e squilibrata coppia di ricercatori e le vicende all’interno di una sala giochi, luogo di spaccio della droga, come di sigarette di contrabbando e di videopoker. Minuicchio e Pasquale ci trascinano per le strade di una Bari trafitta dall’urbanizzazione selvaggia, fatta di quartieri desolati, discariche abusive, terreni abbandonati. Le loro scorribande sono chiassose e sfacciate, sfrenate e volgari, fatte di infiniti spinelli, di urla dialettali, litigate esplosive e pulsioni sessuali esibite. Vivono senza una vera meta, senza alcuna concezione di moralità. Nella sala giochi, invece, tutto appare statico e bloccato, anche fisicamente. I due gestori sono un’altra coppia comica dallo sguardo drammatico. Ricevono i clienti stancamente, senza mai muoversi dal banco cassa. Spesso sono al telefono, urlando contro i due ricercatori del pacchetto. I loro clienti paiono volere solo ciò che non è stato recapitato: cocaina. Nessuno vuole in cambio sigarette. Tra gli ospiti del locale anche poliziotti più o meno “amichevoli”.
LaCapagira trova la sua maggiore forza negli squarci urbani di una Bari pressoché mai vista, negli attori spesso straordinari, che danno volto e vita a molti personaggi difficili da dimenticare. Piva non li giudica mai. Li ritrae nel loro essere divertenti e disperati senza soluzione di continuità, con uno sguardo antropologico e, soprattutto, “dal basso”. Una visione né istituzionale né predicatoria, a vantaggio della vitalità e della verità. A sancire ciò è la scelta del dialetto, un barese stretto, che accoglie anche echi albanesi e un gergo di derivazione televisiva. Un tale livello di verità è stato possibile soprattutto grazie al lavoro di Andrea Piva, fratello di Alessandro e autore della sceneggiatura. Come racconta il registra: “…la bontà dei dialoghi e le trovate più fantasiose, tutte prese dalla realtà, le devo a mio fratello minore, che fa lo scrittore e diversamente da me, ha frequentato poco i cinema ma molto i biliardi”.
Alessandro Piva invece vive della propria cinefilia. Evidentemente, conosce bene il poliziottesco, come la commedia all’italiana. Molti trovano una parentela con Tarantino o con Clerks, l’esordio indipendente e di successo di Kevin Smith. Il suo è certamente un cinema che si offre al piacere della visione (da non pochi il film è considerato una commedia). Tuttavia, pur partendo da un materiale che può essere considerato pulp, Piva evita con estrema attenzione di sovraccaricare esteticamente la violenza. Come non abbellisce né edulcora il linguaggio dei suoi personaggi, non abbellisce né edulcora il loro sangue e le loro vite.
Spartaco Capozzi
[youtube id=”u8yvAHzhjFg” width=”620″ height=”360″]
LACAPAGIRA
Anno: 2000
Paese: Italia
Regia: Alessandro Piva
Durata: 75′
Interpreti: Dino Abbrescia, Mino Barbarese, Paolo Sassanelli, Dante Marmone, Mimmo Mancini
Sinossi: Bari, una banda della piccola malavita fruga nel giorno e nella notte della periferia, alla ricerca di un prezioso pacchetto spedito dai Balcani e destinato a non giungere mai alla sua ultima meta. Cosa contiene il pacchetto? Un materiale importante per i nostri personaggi; per lo spettatore, un passe-partout che apre le porte di un sottobosco cittadino frastagliato e sorprendente.
Premi: presentato al Festival di Berlino, Miglior Regia David di Donatello 2000, Miglior Regia esordiente Nastro d’argento 2000, Miglior Regia Ciak d’Oro 2000.
[information]…[/information]
DOVE: Kinodromo @ Cinema Europa, via Pietralata 55, Bologna
QUANDO: MArtedì 11 dicembre 2012 ore 20.30
COSTO: Lo spettacolo costa 5 euro e il biglietto unico include anche la visione del film delle 22.30 (HENRY, di Alessanro Piva). Per accedere alla Sala è però obbligatorio avere la tessera Kinodromo che costa 3 euro e si può fare direttamente al cinema. Per evitare la formazione di code alla postazione tesseramento, è possibile compilare in anticipo il modulo con i propri dati personali, scaricandolo QUI.