Kinodromo al Trieste Film Festival (di Chiara Seghetto)

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[Recensioni non convenzionali, dibattiti, causticità, minimalismo, lungaggini, spoiler a tutto spiano, digressioni, riflessioni, finestre che si aprono e porte che si chiudono.

La sezione blog di Kinodromo è il posto dove tutto questo può venire pubblicato. Se vuoi mandarci i tuoi scritti, scrivi a info@kinodromo.org, una lobby di saggi, quattro paperelle e un cetriolo valuteranno i vostri scritti.]

PARTE I

INGLORIUS CONNECTIONS al TRIESTE FILM FESTIVAL

1532124_10152009305773020_1747430063_nFLASHBACK. Barby, Jack, El Manzo ed io (la Seghetto) siamo da giorni in missione, per niente segreta, alla 25.a edizione del Trieste Film Festival. Ognuno con un suo preciso compito, sta lavorando per dar modo al Kinodromo di arricchirsi con nuovi film e di ampliarsi attraverso nuove collaborazioni. Scopo: più film, più circuitazione. I nostri nomignoli da personaggi tarantiniani traggono in inganno: più che sangue stiamo versando su calici, flutti di vino friulano. A proposito di “friulani”, bisogna stare all’occhio nel non chiamare un abitante di Trieste, friulano! piuttosto triestino, meglio ancora giuliano. Il perchè è lungo da spiegare, però pensate agli emiliani e ai romagnoli e una risposta vi giungerà…

C’é da dire che la ventosa città ha lasciato sinora le nostre chiome (per El Manzo si tratta di barba) rigorosamente composte mentre i piedi del Carso, in ammollo nel mare, sono di un attraente che ci scompone.

Bella Trieste e bello il suo festival, piccolo ma pronto ad aprire le porte alle innovazioni delle cinematografia dell’Europa centro-orientale.

La rassegna é diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli. I tre concorsi internazionali (lungometraggi, documentari e cortometraggi) sono il nucleo del programma che si é aperto con la proiezione dell’ultimo film di Danis Tanovic (premio Oscar 2001 per No man’s land), Epizoda u Zivotu beraca zeljeza (An episode in the life of an iron picker).

Dei lungometraggi in concorso segnaliamo: Cand se lasa seara peste Bucaresti sau metabolism (Quando la scera scende su Bucarest o Metabolismo) di Corneliu Porumboiu e Styd (Vergogna) di Jusup Razykov.

Il primo, ungherese, racconta la relazione tra Alina e Paul: lei attrice, lui regista. Non si tratta di una storia d’amore ma della storia di un regista che a metà delle riprese abbandona il suo film. Sguardo dietro le quinte del “fare cinema”: a tratti ironico e pungente, a tratti sospeso e dilatato. Sparsi qua e là vari riferimenti al maestro Antonioni.

Il secondo, russo, è ambientato in un piccolo insediamento dove vivono le famiglie dell’equipaggio di un sottomarino e le guardie di frontiera. La base a breve verrà dismessa e tutti i residenti vengono stretti dall’ansia per il proprio futuro. Dostoieveskiano sino all’ultimo fotogramma.

1535543_10152015758828020_396290041_nTra le diverse sezioni ci sono varie novità: alcuni film d’animazione inseriti nel concorso cortometraggi, per la prima volta nella storia del festival, per il Trieste FF ArtHouse in collaborazione con Sky Arte HD. Anche qui vi diamo i due titoli che ci hanno particolarmente colpito. Shirley-Vision of Reality di Gustav Deutsch. Tredici dipinti di Edward Hopper si animano intrecciandosi alla vita di Shirly: un’attrice immaginaria il cui monologo interiore scandisce i profondi mutamenti del suo animo e dell’America post Grande depressione. L’inquietudine del silenzio muliebre parte dai quadri di Hopper per raggiungere lo schermo.

Project: Rak (Progetto Cancro) di Damjan Kozole. Ulay, pioniere della body art, viene ripreso per un intero anno di sua vita colta dal cancro. Lo si vede fare la chemioterapia, salutare i suoi amici e affrontare la malattia come se fosse il suo più grande ed importante progetto. Toccante fino alle viscere ma lontano dallo strazio.

Come l’anno scorso ritroviamo gli Italian Screenings: selezione di titoli italiani affermatisi recentemente in festival prestigiosi, senza un distributore internazionale e non usciti nelle sale italiane. La mia classe di Daniele Gaglianone e Il treno va a Mosca di Federico Ferrante e Michele Manzolini sono visioni da non perdere!

Direttamente nelle date del festival (negli anni scorsi era ai margini) c’é inserito il When East Meets West: forum per progetti di coproduzione tra Est e Ovest Europa che porta a Trieste decine di operatori del settore – produttori, distributori, buyers – provenienti da diversi paesi europei e non. Un importante incontro per favorire lo sviluppo di nuovi progetti.

In questo forum, Barby, Jack ed El Manzo hanno dato il meglio di sé nell’avviare Kinodromo verso fruttosi networking al di qua e al di là dei confini nazionali. L’Hotel Savoia, con la sua leccata “scenografia”, ben si presta al cicalare senza sosta degli “addetti”: impettiti tra le rassicuranti poltroncine, allegramente stravaccati durante le pause-nicotina; perchè dopo la ventesima volta che si propone la stessa “solfa” si rischia di solfeggiar cazzate… L’atmosfera adrenalinica soffoca il respiro e, non appena varcata la soglia dell’hotel, vien voglia di raccontare fantomatici progetti a chiunque: produttori, camerieri, receptionist…

Altra interessante sezione è Zone di Cinema: vetrina dedicata alle produzioni realizzate nella regione Friuli Venezia Giulia. Il 2013 ha dato il meglio di se con Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto e The Special Need di Carlo Zoratti. Quest’ultimo ha esordito a Locarno ed ora è in concorso internazionale qui a Trieste. Distribuito dalla Tucker Film si può dire che è già “nostro”: all’Hotel Savoia, l’incontro con Thomas Bertacche (presidente della suddetta casa di distribuzione) è stato particolarmente fruttuoso. Porteremo The special need al Kinodromo.

Poi c’è Il Premio Corso Solani, istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno del 2010 e riservato a opere italiane indipendenti in corso di realizzazione. In palio un finanziamento di 8.000 euro. Tra i cinque finalisti toviamo l’interessante progetto di Luca Magi, Storie del dormiveglia che narra il trascorrere della notte in un dormitorio abitato da “un esercito di santi condannati all’ascesi loro malgrado”.

Ma il Tff è altro ancora con i suoi Eventi Speciali e Collaterali, Masterclass, Workshop, Omaggi, Incontri…

Ora è in corso la cerimonia di premiazione ed io con il tablet de El Manzo, che si scarica ogni due minuti, seguo in differita i ritmi di questo gremito festival, non particolarmente vivaci (dopo le proeizioni un po’ ci si disperde..) ma sicuramente intensi.

A domani con il nome del vincitore…

Chiara (la) Seghetto

PARTE II

IL DOMANI CHE E’ GIA’ IERI ossia le conseguenze di un tablet sacrico e di un wi-fi inesistente.

23 Gennaio, ore 18.00. Cazzo! Non si dice lo so…Ma come fa a non esserci una connessione wi-fi ad un festival? E come si fa ad andare ad un festival per scrivere su un blog senza portatile, tablet o altre tecnologie tecnologiche?

La causa è la stessa sia per il Tff, sia per me (che continuo a scrivere con un bic nera…): la mancanza di pecunia.

Rispetto al 2009 il festival ha visto ridurre sempre più i contributi pubblici al suo budget. Come lo stesso Fabrizio Grosoli dichiara: “questa sofferenza economica e logistica ci hanno costretto a ridurre parti di programma, giornate di proiezione sacrificando a malincuore la quantità delle proposte possibili, ma cercando di non transingere mai sulla qualità della selezione finale”.

Oramai lo sappiamo tutti molto bene come funziona e come viene considerata la cultura in Italia. Non ci resta che resistere e, come dimostra questo piccolo ma tenace festival, ancor più reagire.

Quindi se proprio si deve scegliere, noi preferiamo film di qualità ad un wi-fi onnipresente. E la qualità l’abbiamo riscontrata. Su questo non c’è niente da dire.

Molto ci sarebbe da dire sul mio esser “sempreverde” ma non è così necessario.

Rimane questa ellissi temporale che dalla pre-premiazione passa direttamente al già-premiato, dalla sbronza al post-sbronza, da Trieste a Bologna.

Da qui così vi annunciamo i vincitori che il pubblico del Tff ha decretato.

PREMIO TRIESTE al miglior lungometraggio in concorso:

Styd (Shame) di Jusup Razkov

PREMIO ALPE ADRIA CINEMA al migliore documentario in concorso ex-aequo:

The special need di Carlo Zarotti

Szerelem patak (Stream of love) di Anes Sos

PREMIO TFF CORTI al miglior cortometraggio in concorso:

Boles si Spela Cadez

PREMIO CORSO SALANI:

Voglio dormire con te di Mattia Colombo.

Bene eccovi tutto (o quasi) ciò che volevamo raccontarvi del nostro viaggio Kinodromo a Trieste.

Siamo soddisfatti del nostro “bottino” e già dal prossimo mese avrete anche voi il modo di soddisfarvi dalle buone visioni che vi proietteremo.

See you soon!

Chiara (la) Seghetto.

[Fotografie Barbara Di Micco]