Il Dio denaro non prega con noi
“Fire in the blood” di Dylan Mohan Gray, presentato in concorso l’anno scorso al Sundance, ripercorre molti dei temi trattati in un nostro precedente lavoro dal titolo “le vie dei farmaci” (trad. inglese “health for sale”) uscito in sala e televisione nel 2007.
Nel nostro film, così come nel lavoro di Gray, il tema centrale ruotava intorno alla necessità di capire perché nel mondo, o meglio, in molti paesi soprattutto del sud del mondo, i prezzi dei farmaci salva vita fossero così alti; per quale motivo un diritto, quello alla salute, venisse calpestato per rispondere alle esigenze del mercato e del profitto. In questo caso il profitto delle grandi multinazionali farmaceutiche.
Il documentario di Gray si concentra principalmente nell’analizzare quanto è successo nel 1996 in Sud Africa: paese devastato dal morbo dell’HIV con un tasso di mortalità altissimo soprattutto tra le fasce più povere della popolazione. Gray racconta, con un buon supporto di materiali d’archivio e una chiara e precisa ricostruzione dei fatti (riorganizzati dalla voce narrante di William Hurt) come, attraverso la mobilitazione di una parte sempre più consistente della società civile, si arrivò a far sì che le multinazionali che producevano gli antiretrovirali furono costrette ad ascoltare le proteste della gente.
La battaglia scaturita dal basso, portata avanti con determinazione, slancio e passione dalla popolazione sud africana, è un elemento di grande conforto a chiunque ancora oggi creda nelle lotte per far valere i propri diritti. Il topolino riesce a far scappare l’elefante, anche se deve mettercela proprio tutta e farsi aiutare dagli immancabili media. La storia è anche un monito affinché non si abbassi mai la guardia nei confronti del grande oligopolio di BigPharma, un mostro finanziario tutto volto alla produzione di profitto per i propri azionisti e, almeno così si direbbe guardando il film, assai poco incline a manifestare un vero interesse verso la salute della gente.
Il mercato, anche quando si tratta della vita delle persone, non guarda in faccia a nessuno, il Dio denaro non s’imbarazza di certo per qualche milione di morti in più.
Buona visione.
Michele Mellara e Alessandro Rossi
Michele Mellara (1967) e Alessandro Rossi (1970) sono autori, registi e ideatori di eventi. Lavorano insieme in un solido sodalizio artistico da circa quindici anni. Cimentandosi, con una buona dose di eclettismo, nel cinema, nel documentario creativo, nel teatro e nella creazione di eventi, il loro originale percorso artistico è stato riconosciuto dal pubblico e dalla critica sia a livello nazionale che internazionale.