(Un)limited, di Medici Senza Frontiere, è il documentario che ripercorre la storia della più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente, nata nel 1971. Con un linguaggio ed immagini ad hoc vengono non solo descritti gli obiettivi dell’organizzazione, ma anche enfatizzati i principi su cui MSF si fonda, ovvero l’indipendenza, l’imparzialità e la neutralità oltre a quelli che talvolta sono i limiti e i compromessi dell’azione umanitaria.
Il documentario racconta le diverse fasi di sviluppo attraversate dall’organizzazione congiuntamente all’esperienza sul campo. Gli operatori umanitari provengono da ogni angolo del mondo e con un diverso bagaglio di esperienze, ma sono tutti uniti da un unico obiettivo: quello di portare assistenza medica.
Inizia così l’esperienza di MSF, dapprima in America Centrale con un numero esiguo di operatori, poi in Etiopia durante gli anni ’80, contro la carestia. E’ proprio in questo contesto che l’organizzazione sperimenta le prime difficoltà, per esempio nella denuncia del disastro delle armi chimiche, ma allo stesso tempo aumenta la sua capacità operativa attraverso la diversificazione delle attività svolte dagli operatori.
Il successivo terreno di prova è in Armenia, dopo il terremoto del 7 dicembre 1988. Gli operatori presenti raccontano della magia che si crea in contesti di grande emergenza come questo: è il frutto delle potenzialità individuali di coloro che partecipano alle missioni.
Tuttavia, ci si chiede: cosa succede quando l’umanità fallisce? E’ il caso del genocidio in Ruanda e in Bosnia rispettivamente nel 1994 e nel 1992. Il genocidio in Ruanda rappresenta un momento epocale per MSF: 250 membri dell’organizzazione vengono massacrati. Un anno dopo l’umanità fallisce ancora e l’equipe assiste al massacro di Srebrenica. L’inutilità della rassicurazione di protezione da parte delle Nazioni Unite porta MSF a interrogarsi sui propri limiti. Alcuni medici testimoni intervengono raccontando il grande dilemma che caratterizza momenti così drammatici, il quale pone l’operatore nella condizione di dover scegliere tra l’etica della coscienza da un lato e il rispetto dei principi di MSF dall’altro.
Essere indipendente è fondamentale. Questo permette di negoziare con entrambe le parti in conflitto e di portare soccorso. L’organizzazione, infatti, ha a che fare con i signori della guerra e il limite dell’indipendenza è rappresentato dal compromesso, soprattutto nel caso in cui una delle parti neghi l’accesso agli aiuti.
Nonostante tutte le difficoltà affrontate e il persistere di molte problematiche come la mortalità infantile e le malattie croniche, MSF continua energicamente la sua azione nel mondo prefiggendosi nuove sfide e ricercando nuove opportunità di intervento e di assistenza.
Carolina Centomo e Sara Pretelli
Laureate in Scienze Internazionali e Diplomatiche, appassionate del mondo arabo. Dopo un anno a Istanbul per il programma Erasmus frequentano il corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna.