“Sulla mia terra, semplicemente ciò che sono mi aiuterà a vivere”.
Pier Vittorio Tondelli
Storia semplice, ingredienti ben rodati e uno sfondo, la provincia emiliana, che da sola varrebbe a raccontare dieci film.
Franco Giubilei, La Stampa
Quel ricordo dell’84 quando Enrico morì e tutto cambiò.
Giuliana Sias, L’Unità
È un piccolo, piccolissimo film ma ambizioso, rigorosamente professionale, severo. […] Il giovane autore, che ha nella mente diversi riferimenti (letterari: Tondelli; socioculturali: il crocevia emiliano Sintesi fertile ma anche contraddittoria di modernità e conservazione) ma ne evita brillantemente ogni uso pedissequo e didascalico, gestisce con molta sapienza e molto controllo la sua opera prima. Complimenti.
Paolo D’Agostini, La Repubblica
Elia si chiama così perché la mamma cattolica ha avuto la meglio sul babbo comunista, altrimenti si chiamerebbe Palmiro. O Enrico, come “il più amato”, che nell’estate torrida del 1984 è appena morto, gettando nello sconforto una generazione che Elia non può e non vuole comprendere. Non può importagli di Berlinguer, perché i suoi 17 anni fermentano al sole come l’uva schiacciata, e basta una cartolina da Cesenatico (da una che nemmeno si è lasciata baciare) per illanguidirgli i sensi. Basterebbe quello, la solitudine e l’odore dei vitigni e i dischi lasciati da un fratello un po’ hippy transfugo in Europa; ma quando arriva Emilia, con le sue labbra più mature dell’uva da cogliere, per Elia è la fine dell’età dell’innocenza. E’ una storia piccolissima, quella dell’esordio nel lungometraggio di Marco Righi, ma c’è dentro tanta Italia, tanto Cinema e tanta Vita che se ne esce ebbri. Racconto di formazione che aderisce ai tempi rarefatti e febbrili dell’adolescenza, tratteggia fulmineo uno squarcio di Belpaese cattocomunista e venato d’ipocrisia, dove la cruda bellezza di Emilia (corpo magnetico che la macchina da presa cattura, sensuosamente, con sguardo bertolucciano) rappresenta il brusco risveglio da un’età sonnolenta. La carne al fuoco, forse, diventa troppa nel crescendo finale, ma Righi non perde l’equilibrio e il suo piccolo film sa come riempire un grande schermo.
Ilaria Feole, FilmTV
Cosa c’è di Pier Vittorio Tondelli nel mondo intorno a noi oggi? Ho visto un bel film di un giovane regista, Marco Righi, I giorni della vendemmia, in cui il protagonista tiene Altri libertini sul comodino. Un film dell’anno scorso che ha girato per diversi festival internazionali, ma credo sia poco circolato in Italia. La storia ha molti echi tondelliani, e forse anche qualcosa di Bellocchio, di quel vivere emiliano che è sempre sull’orlo di una rottura. La città e la campagna, le generazioni, il Risorgimento, il comunismo. Nel film di Righi, come in tutti i libri di Tondelli, i corpi sono sempre al centro: si sfiorano, si avvertono l’un l’altro e per chiunque conosce queste regioni, evocano una strana familiarità. Religione, politica, sono contorni.
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Enrico Palandri, Rolling Stone
La trama di I giorni della vendemmia non rincorre né originalità né complessità. Riesce a sfruttare al massimo le potenzialità di un soggetto lineare ed esile ma essenziale e colpisce nel segno nel pedinare il suo giovane eroe per il quale l’empatia è velocemente acquisita.[…] Un piccolo film indipendente una grande opera difficile da cancellare dalla mente.
Alain Bichon, Cinemaitaliano.info
[information]…[/information]I giorni della Vendemmia, di Marco Righi
Colore, 80’, Italia 2010
SINOSSI
Campagna emiliana, 1984, settembre, i giorni della vendemmia. Berlinguer è morto da poco e Tondelli ha appena scritto Dinner Party. Durante quella vendemmia Emilia, una ragazza di città, disinvolta e presuntuosa, irrompe nella villa di Elia, adolescente di provincia, figlio di padre comunista e madre cattolica. L’incontro con Emilia modificherà l’ordine della vita e dei sentimenti di Elia. Un racconto sulla ricerca di equilibrio dei sentimenti, sulla loro vitalità. Un film partito piccolo, riuscito bene e cresciuto sulle sue sole gambe. Opera prima di Marco Righi, produzione e distribuzione indipendente.
soggetto e sceneggiatura: Marco Righi – una produzione: Ierà – produttore esecutivo: Simona Malagoli – fotografia: Alessio Valori (a.i.c.) – aiuto regia: Roberto Rabitti – suono in presa diretta: Federico Mammana – direttore di produzione: Simona Malagoli – assistente operatore:Francesco Dato – elettricista/macchinista:Adriano Grilli – assistente elettricista:Tommaso Donadelli – aiuto macchinista: Lorenzo Pisi – aiuto macchinista:Eugenio D’Ecclesiis – scenografa/costumista: Giorgia Mandriani – truccatrice/parrucchiera: Valentina Borciani – assistente di produzione: Elena Valdesalici – segretaria di edizione: Giulia Gasparini – fotografo di scena: Fabio Cepelli – casting: Del Fuego Management – post-produzione: 505 – musiche originali Roberto Rabitti – suono e mixaggio: Federico Mammana – montaggio: Marco Righi, Arianna Bardizza – prodotto e distribuito da: Ierà – interpreti: Marco D’Agostin (Elia), Lavinia Longhi (Emilia), Gian Marco Tavani (Samuele), Maurizio Tabani (William), Claudia Botti (Maddalena), Elide Bertani (Maria), Luigi Gandolfi (Giovanni), Rossella Torri (amica Maddalena), Claudio Binini (amico William), Emiliano Bisegna (amico Samuele).
TRAILER
[youtube id=”W7ya5L-Za5M” width=”620″ height=”360″]DOVE: Kinodromo @ Cinema Europa, via Pietralata 55, Bologna
QUANDO: Lunedì 10 dicembre 2012 ore 22.00
COSTO: Lo spettacolo costa 3 euro. Per accedere alla Sala è però obbligatorio avere la tessera Kinodromo che costa 3 euro e si può fare direttamente al cinema. Per evitare la formazione di code alla postazione tesseramento, è possibile compilare in anticipo il modulo con i propri dati personali, scaricandolo QUI.